giovedì 21 agosto 2014

ANATOMIA COMPARATA : capitolo 2 del libro sull'alimentazione MDA ed il fruttarismo SOSTENIBILE

                                  sintesi del libro SPECIE UMANA: PROGETTO 3M





di Nicolas Cavallucci

L'anatomia comparata (da “anatomè”= sezionare) venne fondata come scienza nei primi anni del 1800 e si occupa di comparare gli apparati (digerente, scheletrico, muscolare, nervoso ecc..) dei diversi organismi, comprendendo così le diverse funzioni delle strutture biologiche.
Affiancando gli studi dell'anatomia comparata, la morfologia funzionale comparata fitozoologica (da “morphos”= forma e da “functionem”= funzione, cioè la funzione della forma di un'organismo vivente o di una sua parte, sia esso vegetale= “phyton” o animale= “zoon”) studia la morfofunzionalità delle strutture di un'organismo vivente inserito nel suo ecosistema specie-specifico per compararle con la funzione delle componenti ecosistemiche attorno a lui.
Volendo partire dalla semplice osservazione dell'istinto; le verifiche istintologiche confermano il fruttivorismo e sopratutto il monotrofismo (dal greco “mono”= unico e da “trophe”= nutrimento, quindi unico nutrimento) malivoro della specie umana.
Ponendo davanti ad un cucciolo di uomo (non ancora assuefatto a cibi non adatti alla sua specie) tutte le categorie di “cibo”, vediamo che cerca ed apprezza solo la frutta ed è attratto e apprezza particolarmente la mela rossa ricca di fruttosio, rifiutando invece verdure, semi, derivati del latte, miele, uova, pesce e carne, con una espressione facciale e mimica tipica del ribrezzo.
Le cronache di bambini  ritrovati nelle foreste intertropicali allevati dalle scimmie, anche non antropomorfe,  i quali una volta ritrovati da adulti godevano di ottima salute e come riportato dagli infermieri degli ospedali ove venivano controllati “rifiutano qualsiasi cosa che non sia frutta”, confermano ulteriormente il dato che in abbondanza di frutta (come nelle foreste intertropicali) il cucciolo di uomo non tocca altro.
Continuando nell'osservazione scientifica l'anatomia comparata dimostra inequivocabilmente il fruttivorismo della specie umana, dato che la struttura anatomica dell'apparato digerente della specie umana è quella tipica dei primati antropomorfi fruttivori (gorilla, scimpanzè, orango e gibbone), i quali in abbondanza di frutta non toccano altro. Infatti gli intestini degli animali carnivori sono lunghi mediamente 3 volte la lunghezza del loro tronco, quelli degli erbivori hanno una lunghezza media pari a 24 volte la lunghezza del tronco, mentre quelli degli animali fruttivori hanno una lunghezza media pari a 13 volte la lunghezza del tronco, proprio come la specie umana.




I presunti animali “onnivori” come il maiale, hanno una dentatura brachiodonte (da “brachius”=  braccio, perchè la forma dei denti ricorda delle braccia allungate) perfetta per spaccare la struttura durissima delle radici. Da notare che il termine onnivoro non è corretto poiché il suffisso “voro”, si riferisce al sistema digerente e poiché, come stiamo per vedere, non esistono animali onnivori (non può esistere un animale che al tempo stesso è fruttivoro, erbivoro, semivoro, carnivoro ecc.., avendo caratteristiche anatomiche, morfologiche e fisiologiche estremamente diverse se non opposte tra loro), il termine corretto per l'animale (solo l'uomo e gli animali domestici lo fanno) che si ciba di tutte la categorie di “cibo” è onnariano,
poiché il suffisso “riano” si riferisce all'alimentazione condotta.
I carnivori presentano una dentatura secodonte (da “seco”= sega, con i denti appunto a forma di sega), perfetta per lacerare le carni delle loro prede, gli animali erbivori ne presentano una selenodonte (da “selene”= luna, con i denti a forma di spicchio di luna), adatta per la macerazione meccanica delle robuste fibre cellulosiche delle piante, gli animali fruttivori invece hanno, come la specie umana, una dentatura bunodonte (da “bunos”= collina, con i denti cioè a forma di collinetta arrotondata) perfetta per scindere la frutta polposa dolce.
Anche la struttura oculare della specie umana è tipica degli animali fruttivori:
i carnivori possiedono la massima focalizzazione dinamica (la capacità di inseguire con la vista una preda in fuga e, al contrario, non riescono a focalizzare un'oggetto fermo)
erbivori, granivori e semivori hanno anch'essi una focalizzazione dinamica, per individuare un carnivoro in loro inseguimento e notare fasci d'erba, graminacee ecc., mossi dal vento;
i fruttivori hanno, al contrario, la massima focalizzazione statica, perfetta per distinguere un frutto fermo o quasi, appeso ad un ramo.
Procedendo oltre all'analisi anatomica vediamo come perfino l'ecosistema specie-specifico della specie umana sia all'interno della fascia tropicale come per qualsiasi altro primate antropomorfo fruttivoro, dove infatti non abbiamo bisogno di vestirci.




Analizzando tramite la morfologia funzionale comparata fitozoologica la compatibilità di ogni frutto con la specie umana, si riscontra che la specie umana è più precisamente malivora, l'esistenza stessa infatti di moltissimi frutti contenenti sostanze tossiche per l'uomo (esistono oltre 240.000 tipi di frutti, molti dei quali tossici, se non addirittura mortali per la specie umana, come ad esempio la “belladonna”), dimostra palesemente che la specie umana non è adatta a tutti i tipi di frutti. Ecco alcuni esempi: il fico d'India è dotato di numerosissime spine sulla buccia che non ci consentono nemmeno di toccarlo mentre è adatto, sempre come cibo di riavvicinamento al predetto ciclo H, ad una specie di bovino nord-africano che lo consuma con tutta la buccia e le spine, avendo una struttura palatale e linguale estremamente coriacea; il pomelo (il frutto da cui si è ricavata artificialmente l'arancia) è specie-specifico, come cibo di riassetto H, per alcune specie di serpenti ed elefanti asiatici, che se ne nutrono anch'essi con tutta la buccia; l'anguria è adatta, sempre come cibo di riassetto H, alle iene, che hanno il muso rivolto verso terra e cioè anatomicamente  complementare alla pianta dell'anguria che produce i suoi frutti appoggiati a terra; la banana è specie-specifica, come cibo di riassetto H, di un pappagallo intertropicale, che la consuma con tutta la buccia; il durian è specie-specifico, sempre come cibo di riassetto H, per le tigri che se ne nutrono anch'esse con tutta la buccia.
Altri esempi di coevoluzione relativa ad altri animali:
la giraffa presenta il cavo orale che si trova alla stessa altezza delle foglie dell'albero di acacia, che sono appunto il suo cibo specie-specifico.
il cinghiale ha il cavo orale rivolto verso il basso all'altezza del terreno, dove scavando con la sua apposita dentatura estirpa le radici, che sono il suo cibo specie-specifico.
il formichiere possiede il cavo orale posizionato all'altezza dell'entrata delle tane delle formiche, con la forma affilata e perfettamente idonea ad entrare nelle tane stesse.
lo scoiattolo, i cui arti superiori sono delle piccole “manine”, nelle quali entra perfettamente la ghianda, che è il suo cibo specie-specifico...
Vediamo quindi come la struttura di ogni specie animale si modella nel corso di milioni di anni in coevoluzione con il cibo adatto alla sua specie.
La morfofunzionalità della specie umana, la quale presenta i piedi naturalmente posti verso terra e le mani naturalmente poste in alto, ci indica la provenienza spaziale del nostro cibo, cioè a quell'altezza nella quale producono i frutti gli alberi fruttiferi a basso fusto come il melo, il pesco, il kaki, il pero, l'albicocco, il prugno, il fico, il ciliegio ecc..




Addentrandoci nell'analisi comparativa morfofunzionale vediamo come i frutti prodotti dagli alberi sopracitati siano adatti (come cibo di riassetto H) per alcune specie di uccelli; ad esempio nella ciliegia non si riscontra alcuna complementarità né con con la mano umana, date le dimensioni più estese della nostra mano rispetto alla ciliegia che è puntiforme, né con il nostro apparato orale che in fase di masticazione entra in contatto con il seme, con il rischio di danneggiare il seme e i nostri stessi denti mentre si riscontra la massima complementarità con alcune specie di uccelli, le quali in fase di beccata del frutto non rischiano mai di danneggiare il seme né tantomeno il loro becco. Il termine latino che indica la ciliegia è infatti “Prunus Avium” (la prugna degli uccelli).
L'uva contiene diverse sostanze come il tannino, adatte ad alcune specie di uccelli mentre per la specie umana queste sostanze, specie se combinate con l'eccesso di glucosio contenuto nell'uva, portano problemi all'apparato scheletrico e dentale. La prugna ha sostanze chimiche perfette per alcune specie di uccelli mentre per la specie umana queste hanno una esagerata azione lassativa, fino a provocare i tipici effetti diarroici. Il fico contiene al suo interno piccoli semi che la nostra dentatura danneggia enormemente creando una leggera usura anche ai nostri denti, mentre è specie-specifico di una specie di uccello che infatti viene definita beccafico, il quale ingoia i semi senza danneggiarli e grazie ai suoi succhi gastrici ne potenzia la germinabilità (quasi tutti gli uccelli che si nutrono di frutti sono adatti alla tipologia di frutto i cui semi passano attraverso il loro sistema digerente che ne attiva la germinabilità, al contrario tutti i primati  fruttivori sono adatti a quei frutti i cui semi non passano attraverso il loro sistema digerente). La pera contiene sostanze chimiche positive per la fisiologia di alcuni uccelli, ma decisamente tossiche per l'uomo, come le sclereidi e l'acetaldeide, tanto che molti medici ne consigliano un consumo limitato. Infatti tutti questi frutti vengono frequentemente depredati da interi stormi di uccelli, essendo (per le rispettive specie di uccelli) il loro cibo di riassetto H.
Più in particolare l'analisi comparativa morfologica riscontra la compatibilità della nostra mano e  del nostro cavo orale esclusivamente con tre tipi di frutti: la mela, la pesca e il kaki, in quanto sono gli unici frutti che la nostra mano naturalmente semiaperta avvolge perfettamente, data la forma e la dimensione palmare identica e morfologicamente complementare, quindi semi-fasciante, solo a quella di questi 3 frutti. Tuttavia a parte la mela, sia questi frutti, sia quelli sopracitati, determinano nella specie umana una leggera acidificazione ematica.




La compatibilità morfofunzionale perfetta della specie umana si riscontra però solo ed esclusivamente nella mela che è il frutto che possiede la massima prensilità polare, perdurante sino al totale consumo della polpa (consentendoci così di non toccare mai la polpa).
Inoltre la dentatura umana è compatibile solo con la struttura edibile (commestibile) totalmente rigida posseduta solo dalla mela (questa struttura estremamente dura impedisce alle specie di uccelli di beccarne la polpa), essendo l'unico frutto che giustifica la presenza dei nostri denti monocuspidali bunodonti (più impropriamente definiti “canini”) che si rivelano infatti inutili nella biomeccanica del morso relativa a tutti gli altri frutti, per i quali potrebbero sostituirne la funzione anche altri incisivi. Infatti nel morso entrambe le arcate dentali si fermano ai canini, sia superiori che inferiori, che grazie alla loro forma appunto monocuspidale conica si inseriscono nella struttura della mela determinando una separazione sempre più marcata della parte di mela in fase di strappo.                  
Oltretutto la struttura edibile totalmente rigida posseduta solo dalla mela consente, in fase di morso, di trattenere il liquido nutrizionale in essa contenuto, determinando cioè la massima  idrotrattenibilità, all'opposto di quanto avviene con le strutture parzialmente rigide possedute da pesca e kaki, che in fase di morso disperdono il liquido nutrizionale sulle mani, costringendoci per di più a scansarci per evitarne la dispersione sul corpo, dato che la reazione chimica dei liquidi nutrizionali contenuti nei frutti diversi dalla mela sull'epidermide umana, dà un senso di immediato fastidio, costringendoci poi a lavarci o ad usare un fazzoletto per pulirci (questo perché la struttura di pesca e kaki è specie-specifica per alcune specie di uccelli, che li consumano senza nessuna dispersione del liquido nutrizionale in essi contenuto), mentre al contrario la mela, anche nel rarissimo caso in cui in fase di morso dovesse perdere una comunque minima quantità del suo liquido nutrizionale, al contatto con l'epidermide umana questo viene velocemente assorbito dalla stessa, avendo la massima compatibilità dermochimica con l'epidermide della nostra specie, consentendo così all'organismo di utilizzare tutte le molecole nutrizionali assorbite

TITOLO ESATTO DEL SECONDO CAPITOLO: ANATOMIA COMPARATA E MORFOLOGIA FUNZIONALE COMPARATA FITOZOOLOGICA

LINK AL PRIMO CAPITOLO: PALEOANTROPOLOGIA MODERNA


LINK AL TERZO CAPITOLO: FISIOLOGIA COMPARATA

per PRECISAZIONI e approfondimenti leggere il testo integrale: http://specieumanaprogetto3m-nuovaedizione.blogspot.it/



                                     


                                      


                                      

Nessun commento:

Posta un commento