martedì 23 settembre 2014

Il fenomeno Airbnb: gli affitti brevi (ai turisti)

Il fenomeno Airbnb: 800 mila alloggi in 190 Paesi. I privati si iscrivono al sito e mettono i loro appartamenti o le loro camere in affitto

di Elvira Serra

La chiave del suo successo sta nell’«aver unito il social al business », per usare le parole di Marco Piscopo, presidente dell’Anbba, l’Associazione nazionale bed & breakfast affittacamere. La replica degli albergatori è che si tratta di concorrenza sleale, con l’accusa, neanche troppo velata, di evasione fiscale. Il diretto interessato mette le mani avanti e spiega che non è suo il compito di fare i controlli erariali, ma solo di mettere in contatto domanda e offerta. E intanto gongola, perché a dispetto di critiche e veleni il benestare più importante lo hanno dato i consumatori, veri signori e padroni del mercato turistico, oggi più che mai, che sulla piattaforma digitale statunitense Airbnb si prendono la soddisfazione di promuovere o stroncare una stanza in affitto e di godersi il centro di una capitale europea a prezzi ragionevoli.

Il successo del portale online lo dicono i numeri: oltre 800 mila alloggi in 190 Paesi del mondo, tra i quali 17 mila ville, 1.400 barche, 640 castelli, e 300 case sugli alberi
. Non male, per un sito Internet di affitti turistici nato nell’agosto di sei anni fa. Ventuno milioni di viaggiatori lo hanno scelto per fare una prenotazione. In Italia, che con quasi novantamila annunci è al terzo posto dopo Francia e Stati Uniti, dal 2008 attraverso questo canale è arrivato un milione di turisti.

È anche questa una espressione di share economy , economia condivisa, che però, come nel caso dei tassisti versus Uber, sta cominciando a creare malumori un po’ ovunque. Proprio l’atro ieri il New York Times sottolineava il patchwork di linee guida in materia nei vari Paesi europei: a Parigi, per dire, Airbnb è diventato un modo per stanare gli evasori fiscali, poiché online ci sono nomi e cognomi di chi affitta le camere; in Portogallo è stata appena approvata una legge che obbliga chiunque intende mettere a reddito una parte della sua casa a iscriversi in un registro; Barcellona ha proibito l’affitto di camere private ai turisti.

notizia completa qui

Nessun commento:

Posta un commento