venerdì 17 ottobre 2014

Pantani, si riapre il caso Giro ‘99: camorra, scommesse e Vallanzasca

A inizio settembre, la Procura di Forlì ha aperto un fascicolo per “associazione per delinquere finalizzata a frode e truffa sportiva”.
 Il ruolo del famoso bandito milanese

Associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Dieci parole per riportare l’orologio indietro di oltre 15 anni. La Procura della Repubblica di Forlì ha aperto a inizio settembre un fascicolo a carico di ignoti con questa ipotesi di reato in relazione all’esclusione subita da Marco Pantani il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, durante il Giro d’Italia, per ematocrito alto. In poco più di un mese le inchieste sul Pirata si sono raddoppiate: a fine luglio c’è stata la riapertura del caso sulla morte (s’indaga per omicidio volontario) da parte della Procura di Rimini
.

Da loro bocche cucite, ma una cosa è filtrata da Forlì: ci sono tutti gli elementi per andare fino in fondo a uno dei punti più controversi della vita di Pantani. Ma perché Forlì ha deciso di indagare 15 anni dopo? E perché l’ipotesi parte con una inquietante associazione per delinquere? Domande che hanno una risposta e rimandano a un cognome che ha segnato la cronaca nera della storia italiana: Renato Vallanzasca. E la vicenda secondo gli inquirenti potrebbe avere dei mandanti pericolosi: clan della camorra, con le scommesse clandestine sul Giro d’Italia 1999.

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