sabato 8 novembre 2014

Affitti in nero: la Finanza «arruola» gli studenti fuorisede

L’Università della Calabria per collaborare con la polizia tributaria ha inviato 30 mila questionari agli studenti. Ma chi non risponde rischia una multa fino a 2.065 euro



di Angela Geraci

In questi giorni 30 mila studenti fuorisede che studiano o hanno appena concluso il loro percorso formativo all’Università della Calabria stanno ricevendo una mail molto importante. Il mittente è il direttore del Centro residenziale dell’Unical, la struttura che si occupa di garantire il diritto agli studi universitari: il centro che, oltre a erogare le borse di studio e gestire la mensa, si occupa di assegnare ai ragazzi gli alloggi del campus. Si tratta di 2mila posti letto. Gli altri studenti che arrivano da fuori città, invece, devono trovare una casa in autonomia vicino all’università che si trova ad Arcavacata di Rende, in provincia di Cosenza. E proprio la casa è al centro della comunicazione: l’università, dietro richiesta della Guardia di Finanza, inoltra agli studenti un questionario per sapere dove hanno abitato negli ultimi cinque anni, dal 2010 al 2014, anno per anno. Il modulo è da compilare fornendo: indirizzo degli immobili, canone di locazione, forma di pagamento e, soprattutto, presenza o meno di un regolare contratto di locazione. È la nuova lotta agli «affitti in nero» portata avanti dal Nucleo di polizia tributaria di Cosenza.



«In un primo tempo la polizia tributaria ci aveva chiesto un elenco di tutti i nostri studenti fuorisede degli ultimi cinque anni - spiega al telefono Luigi Filice, il prorettore dell’Università con delega al Centro residenziale -. Ma non l’abbiamo voluto fare: sono dati sensibili e consegnandoli avremmo violato la privacy dei nostri iscritti». Allora ecco la soluzione: «Per salvaguardare i ragazzi ma collaborare al tempo stesso a un’operazione positiva e meritoria contro l’illegalità - continua Filice - abbiamo deciso di inviare il questionario via mail agli studenti». Ma a quale indirizzo? Quello istituzionale, l’indirizzo che l’università crea per ogni studente che si iscrive. Il problema è che non tutti gli universitari controllano assiduamente quella casella di posta, alcuni - per esempio chi ha finito il triennio e magari adesso sta facendo il biennio in un’altra città - potrebbero anche non accedervi più. Per questo sui social network i ragazzi stanno cercando di diffondere l’informazione. Il profilo Facebook della comunità degli studenti (Spotted Unical Nuovo) invita a fare «un po’ di “spam” visto che qualcuno non sa nemmeno che esiste una mail istituzionale». E, sotto il messaggio, i commenti sono esemplari: «Ehm, come si accede? Che sito?» oppure «Ma chi va a controllare questa mail periodicamente? Il 2% degli studenti».

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