venerdì 23 gennaio 2015

L'Etere dello spazio



Si è discusso molto, specialmente tra fisici e chimici, sulla natura delle sostanze di cui tutto lo spazio, secondo ipotesi scientifiche, dev'essere pieno. Una parte sostiene che sia infinitamente più sottile del gas più rarefatto, mancante totalmente di attrito e senza peso; l'altra parte pensa che sia più denso del solido più compatto. In questa sostanza si pensa che fluttuino gli atomi di materia, come il pulviscolo in un raggio di sole e che la luce, il calore e l'elettricità sarebbero sue vibrazioni. Gli investigatori
Teosofici, usando metodi non disponibili alla scienza fisica, hanno scoperto che questa ipotesi include sotto una sola testa, due set di fenomeni totalmente diversi e separati. Sono riusciti a confrontarsi con stati della materia superiori a quello gassoso e hanno osservato che per mezzo della vibrazione di questa fine materia, la luce, il calore e l'elettricità si manifestano a noi. Vedere questa materia in tali stati superiori che ha le funzioni attribuite all'etere della scienza, hanno (forse inavvertitamente) chiamato questi stati eterici e non hanno pensato ad un nome corrispondente che risponda alle richieste della scienza.

Permettiamoci per il momento di chiamare questa sostanza koilon, che riempe ciò che d'abitudine definiamo spazio vuoto. Ciò che mûlaprakrti o "materia madre" è rispetto all'inconcepibile totalità degli universi, koilon lo è rispetto al nostro universo particolare, non solo al nostro sistema solare, ma rispetto alla vasta unità che include tutti i soli visibili. Tra koilon e mûlaprakrti devono esserci vari stadi, ma al presente non abbiamo mezzi diretti per stimare il loro numero o conoscere qualcosa di essi. In un antico trattato occulto, tuttavia, leggiamo di un "fluido spirituale senza colore", che esiste ovunque e forma la prima fondamenta su cui poggia il nostro sistema solare. Fuori da esso, si trova nella sua purezza incontaminata solo tra le stelle (soli) dell'universo...Dato che la sua sostanza è di tipo diverso da quello conosciuto sulla terra, gli abitanti del pianeta, vedendo attraverso esso, credono, nella loro illusione e ignoranza, che sia spazio vuoto. Non esiste un dito di spazio vuoto nell'intero illimitato universo. 

"La sostanza madre" si dice, in questo trattato, che produca questo etere dello spazio come sua densità di settimo grado e tutti i soli oggettivi si dicono essere fatti di tale "sostanza". Per qualsiasi potere della vista che possiamo usare su esso, questo koilon sembra omogeneo, benchè probabilmente non sia nulla del genere, dato che l'omogeneità può appartenere solo alla sostanza madre. E' fuori da ogni proporzione di densità con qualsiasi altra sostanza a noi nota, infinitamente densa, se potete perdonare l'espressione; così densa che sembra appartenere ad un altro tipo o ordine di densità. Ora arriva la parte sorprendente dell'indagine: dovremmo aspettarci che la materia sia una densificazione di questo koilon; non è nulla del genere. La materia non è koilon, ma l'assenza di koilon e a prima vista, materia e spazio sembrano scambiarsi di posto e il vuoto diviene solidità, mentre la solidità diviene il vuoto. Per capire meglio esaminiamo l'atomo definitivo del piano fisico. E' composto di dieci anelli o fili, che stanno affiancati, ma non si toccano mai. Se uno di questi fili venisse tolto dall'atomo e perdesse la sua forma a spirale venendo appiattito, diverrebbe un cerchio completo, una bobina infinita. 

Questa bobina è in sè una spirale che contiene 1680 avvolgimenti, può essere srotolata e quindi diverrebbe un cerchio più ampio. Questo processo di srotolamento può essere ancora eseguito per ottenere un cerchio ancora più ampio e questo può essere ripetuto fino alla fine dei sette gruppi di spirali e arriviamo ad un enorme cerchio fatto di punti estremamente piccoli, come perle legate ad un invisibile filo. Questi punti sono così piccoli che molti milioni di essi servono per creare un atomo fisico definitivo e, mentre il numero esatto non è accertabile, diverse linee di calcolo coincidono indicandolo come vicino al totale di 14 mila milioni. Quando i numeri arrivano a questi livelli, il conto diretto è ovviamente impossibile, ma fortunatamente le diverse parti dell'atomo sono tali da permetterci di stimare con un margine di errore non così grande. L'atomo consiste di dieci fili, che si dividono in due gruppi, i tre più spessi e prominenti e i sette più sottili che corrispondono ai colori e ai pianeti. Questi ultimi sembrano identici, benchè le forze fluenti in essi differiscano, dato che ognuna risponde ad un proprio set di vibrazioni. Effettuandone un conteggio è stato scoperto che il numero di bobine o spirali del primo ordine in ogni filo è di 1680 e la proporzione dei diversi ordini di spirali tra loro è uguale in tutti i casi esaminati e corrisponde col numero di punti dell'ultima spirale dell'ordine più basso.

L'ordinaria regola di sette avvolgimenti funziona accuratamente con le bobine più sottili, ma c'è una variazione molto curiosa per il set di tre. Come vediamo dai disegni, sono ovviamente più spesse e prominenti e questo aumento di dimensione è prodotto da un aumento (leggermente percepibile) nella proporzione tra i diversi ordini di spirali e nel numero di punti nel più basso. Questo incremento, che al presente non supera il .00571428 del totale in ogni caso, suggerisce l'inattesa possibilità che questa proporzione dell'atomo possa essere in qualche modo in cambiamento, in crescita, dato che possiamo supporre che queste tre spirali spesse somigliassero in origine alle altre. Dato che l'osservazione ci mostra che ogni atomo fisico è rappresentato da 49 atomi astrali, ogni atomo astrale da 49 atomi mentali e ogni atomo mentale da 49 del piano buddico, abbiamo evidentemente numerosi termini di una serie progressiva regolare e supponiamo che la serie continui dove non riusciamo più a osservarla.

Questo assunto è ancor più probabile per il fatto che, se assumiamo che un punto corrisponda ad un atomo nel settimo livello o il più elevato dei nostri piani (come suggerito in The Ancient Wisdom, p.42) e quindi la legge della moltiplicazione sia in azione, per cui 40 punti formeranno l'atomo del sesto piano, 2041 quello del quinto e così via, troviamo che il numero indicato per l'atomo fisico (49^6) corrisponde quasi esattamente ai calcoli basati sul conteggio delle bobine. Infatti, sembra probabile che a parte la leggera crescita dei tre fili più spessi dell'atomo, la corrispondenza sia perfetta. Dobbiamo notare che un atomo fisico non può essere diviso direttamente in atomi astrali. Se l'unità di forza che avvolge quei milioni di punti nella forma complessa di un atomo fisico, fosse spinta da uno sforzo di volontà oltre il confine del piano astrale, l'atomo sparirebbe istantaneamente, dato che i punti vengono liberati.

La stessa unità di forza però, lavorando a livello superiore, si esprime non attraverso un atomo astrale, ma un gruppo di 49. Se questo processo di pressione viene ripetuto, energizzando sul piano mentale, troviamo che il gruppo si allarga a 2041 atomi superiori. Nel piano buddico il numero di atomi formati dalla stessa quantità di forza è ancora superiore, probabilmente il cubo di 49 invece del quadrato, anche se non sono stati contati. Quindi un atomo fisico non è composto da 49 astrali o 2041 atomi mentali, corrisponde ad essi, nel senso che la forza che si manifesta si rivelerebbe in quei piani superiori, energizzando rispettivamente quel numero di atomi. I punti, o perle, sembrano costituenti della materia di cui noi, al presente, non sappiamo nulla: atomi astrali, mentali e buddici sono composti da essi, quindi possiamo ritenerli unità fondamentali, la base della materia. Queste unità sono simili, sferiche e assolutamente semplici. Tuttavia sono la base di tutta la materia, non sono la materia in sè, non sono mattoni ma bolle. Non sembrano bolle che fluttuano in aria, che consistono di sottile acqua che separa l'aria esterna ed interna con una superficie interna ed esterna. L'analogia è piuttosto con le bolle che si alzano dentro l'acqua, prima di arrivare in superficie, bolle che si può dire abbiano solo una superficie, quella dell'acqua respinta dall'aria contenuta. Come queste bolle non sono acqua, ma punti da cui l'acqua manca, così queste unità non sono koilon, ma assenza di koilon, i punti dove esso manca, zone di nulla, per dire, dato che l'interno di queste bolle è vuoto assoluto secondo la massima visione che possiamo averne.

Questo è lo strabiliante e incredibile fatto. La materia è nulla, lo spazio ottenuto respingendo una sostanza infinitamente densa. Fohat "scava buche nello spazio" di verità e le buche sono di nulla, le bolle, di cui gli universi "solidi" sono composti. Cosa sono allora queste bolle o piuttosto, il loro contenuto, la forza che può creare bolle in una sostanza di densità infinita? Gli antichi chiamavano questa forza "il Respiro", un simbolo grafico, che sembra implicare che chi lo ha usato, abbia osservato il processo cosmico, visto il Logos quando ha respirato nelle "acque dello spazio" e creato le bolle che compongono gli universi. Gli scienziati possono chiamare questa "Forza" con i nomi che vogliono, i nomi sono nulla, per noi Teosofi, è il Respiro del Logos, non sappiamo se il Logos di questo sistema solare o di un Essere più potente, che sembra più probabile, dato che nel trattato suddetto si dice che tutti i soli visibili prendono sostanza da Egli.

Il Respiro del Logos è quindi la forza che riempe questi spazi, la forza che li tiene aperti contro la pressione tremenda del koilon, sono pieni della Sua Vita, di Lui e tutto quello che chiamiamo materia, nei piani alti o bassi, è istinto con divinità. Queste unità di forza, i mattoni con i quali Lui costruisce il Suo universo, sono la Sua vita diffusa nello spazio, in realtà è scritto: "Ho stabilito l'universo con una porzione di me stesso". Quando Lui ritirerà il Suo respiro, le acque dello spazio si chiuderanno ancora e l'universo sparirà. E' solo un respiro. L'espirazione che crea queste bolle è distinta da e molto antecedente a, le tre effusioni, o Onde-Vitali, così familiari allo studente teosofico. La prima Onda Vitale cattura queste bolle e le avvolge nelle varie disposizioni che chiamiamo atomi dei diversi piani e le aggrega in molecole e nel piano fisico, in elementi chimici. I mondi sono costruiti con questi vuoti, che ci sembrano "nulla", ma sono forza divina. E' materia fatta con l'esclusione di materia. Quanto vere erano le affermazioni di H.P.B. in "The Secret Doctrine": "la materia non è altro che aggregazione di forze atomiche" (iii, 398); "Buddha ha insegnato che la sostanza primitiva è eterna e immutabile. Il suo veicolo è il puro luminoso etere, lo spazio sconfinato, non un vuoto, risultante dall'assenza di tutte le forme, ma al contrario, la fondamenta di tutte le forme" (iii, 402).

Quanto vividamente, inequivocabilmente questa conoscenza ci porta alla grande dottrina di Maya, la transitorietà e l'irrealtà delle cose terrene, la natura ingannevole delle apparenze! Quando il candidato all'iniziazione vede (non solo crede, ricordate, ma realmente vede) che quello che gli è sempre sembrato spazio vuoto, è in realtà massa solida di densità inconcepibile e che la materia che appare quella tangibile e certe basi delle cose non sono solo, a confronto, tenui ragnatele (la "rete" tessuta dal "Padre-Madre"), ma sono composte da vacuità, negazione di materia, allora per la prima volta egli apprezza la mancanza di valore dei sensi fisici come guide alla verità. Diviene però più chiara la certezza gloriosa dell'immanenza del Divino, non solo tutto prende anima dal Logos, ma persino la sua manifestazione visibile è letteralmente parte di Lui, è composta della Sua sostanza, quindi anche questa Materia come lo Spirito, diviene sacra allo studente che capisce veramente. Il koilon in cui tutte queste bolle si formano, rappresenta indubbiamente una parte e forse quella principale, di quello che la scienza descrive come etere luminifero. Che sia veramente il portatore delle vibrazioni della luce e del calore nello spazio interplanetario è da determinare. E' certo che queste vibrazioni influiscono e sono percepibili ai nostri sensi fisici, solo attraverso la materia eterica del piano fisico. 

Questo però non prova che esse siano trasportate attraverso lo spazio allo stesso modo, dato che sappiamo molto poco di quanto la materia fisica eterica esista nello spazio interplanetario e interstellare, tuttavia l'esame della materia meteorica e della polvere cosmica mostra che almeno parte di essa sia diffusa lì. La teoria scientifica dice che l'etere possiede alcune qualità che gli permettono di trasmettere ad una certa velocità definita onde trasversali di tutte le lunghezze e intensità, questa velocità è detta comunemente velocità della luce di 190000 miglia al secondo. Molto probabilmente questo può essere vero del koilon e se è così, esso può essere in grado di comunicare queste onde alle bolle o agli aggregati di bolle e prima che la luce raggiunga i nostri occhi, deve avvenire un trasferimento da piano a piano, simile a quello che avviene quando un pensiero risveglia emozioni o causa azione.

In un recente libretto sulla "Densità dell'Etere", Sir Oliver Lodge sottolinea:
"Come il rapporto tra massa e volume è piccolo nel caso di un sistema solare o una nebulosa o una ragnatela, sono portato a pensare che la densità meccanica osservata della materia, sia probabilmente una piccolissima frazione della totale densità della sostanza o etere contenuta nello spazio che parzialmente quindi occupa, la sostanza di cui essa sarebbe ipoteticamente composta."

"Quindi, per esempio, consideriamo una massa di platino e assumiamo che i suoi atomi siano composti di elettroni o di qualche struttura non molto dissimile: lo spazio che questi corpi riempono, a confronto dell'intero spazio che in un certo senso essi "occupano", è paragonabile ad un decimo di milione dell'intero, persino in ogni atomo e la frazione è ancora più inferiore se ci riferiamo alla massa visibile. Quindi questo tipo di minima stima della densità eterica, su questa base, sarebbe qualcosa di simile a diecimilamilioni di volte quella del platino".

Inoltre egli aggiunge che questa densità può benissimo risultare equivalente a cinquantamilamilioni di volte quella del platino. "La materia più densa conosciuta", dice, "è banale e impalpabile a confronto dell'etere immutato nello stesso spazio". Incredibile per quanto sembri alle nostre comuni idee, è indubbiamente una sottostima piuttosto che una esagerazione della vera proporzione come osservato nel caso del koilon. Possiamo capire come possa essere, se ricordiamo che il koilon sembra assolutamente omogeneo e solido, persino quando esaminato con una capacità di ingrandimento che fa apparire gli atomi fisici di dimensione e disposizione come case sparse su una landa solitaria e aggiungiamo a questo il ricordo che le bolle di cui essi sono fatti, sono esse stesse ciò che possiamo chiamare frammenti di nulla.

Nello stesso opuscolo Sir Oliver Lodge fa una suggestiva stima dell'energia intrinseca dell'etere. Egli dice: "L'emissione totale di una stazione da un milione di kilowatt per la durata di trenta milioni di anni, esiste permanentemente e al presente è inaccessibile, in ogni millimetro cubico di spazio". Anche qui sta probabilmente sottostimando la stupenda verità. Si può naturalmente chiedere come, se tutto ciò è corretto, sia possibile che possiamo muoverci liberamente in un solido più denso di diecimilamilioni di volte, come dice Sir Oliver Lodge, del platino. La risposta ovvia è che, dove le densità differiscono a sufficienza, possono attraversarsi con libertà perfetta; l'acqua o l'aria può passare attraverso la stoffa; l'aria può passare attraverso l'acqua, una forma astrale passa inconsciamente attraverso un muro fisico o attraverso un corpo umano ordinario, molti di noi hanno visto una forma astrale passare attraverso il fisico, senza essere cosciente del passaggio, non importa se diciamo che un fantasma è passato attraverso una parete o una parete è passata attraverso un fantasma. 

Uno gnomo passa liberamente attraverso una roccia e cammina all'interno della terra, come comodamente noi camminiamo attraverso l'aria. Una risposta più profonda è che la coscienza può riconoscere solo la coscienza, che dal momento che siamo della natura del Logos possiamo percepire solo le cose che sono della Sua natura. Queste bolle sono la Sua essenza, la Sua vita e, quindi, anche noi che siamo parte di Lui, possiamo vedere la materia che è fatta della sua sostanza, perchè tutte le forme non sono altro che manifestazioni di Lui. Il koilon è per noi non-manifestazione, perché non abbiamo poteri sviluppati che ci permettono di percepirlo e può essere la manifestazione di un ordine più alto di Logos, assolutamente al di là della nostra comprensione.

Poiché nessuno dei nostri investigatori può elevare la sua coscienza al piano più elevato del nostro universo, il piano Adi-tattva, può essere di interesse spiegare come sia possibile per loro vedere ciò che può molto probabilmente essere l'atomo di quel piano. E' essenziale ricordare che il potere di ingrandimento per mezzo del quale sono condotti questi esperimenti è a parte dalla facoltà di operare su uno o l'altro dei piani. Quest'ultimo è il risultato di un dispiegamento lento e graduale del Sé, mentre il primo è semplicemente uno speciale sviluppo di uno dei tanti poteri latenti nell'uomo. Tutti i piani sono intorno a noi qui, tanto quanto qualsiasi altro punto dello spazio e se un uomo affila la vista fino a vedere i loro atomi più piccoli, si può fare uno studio su di essi, anche se può ancora essere lontano dal livello necessario per permettergli di comprendere e funzionare sui piani più alti nel complesso o di entrare in contatto con le Intelligenze gloriose che riuniscono questi atomi in veicoli per sè stessi.

Un'analogia parziale può essere trovata nella posizione dell'astronomo per quanto riguarda l'universo stellare o diciamo la Via Lattea. Egli può osservare le sue parti costituenti e imparare molto su di esse lungo varie linee, ma è assolutamente impossibile per lui vedere il tutto dall'esterno o farsi qualsiasi certa concezione della sua vera forma e sapere cosa realmente sia. Supponiamo che l'universo sia, come molti degli antichi pensavano, un inconcepibilmente vasto Essere, è assolutamente impossibile per noi, qui, in mezzo ad esso, sapere che cosa sia l'Essere è o cosa stia facendo, questo vorrebbe dire elevare noi stessi ad un'altezza comparabile con la sua, ma possiamo fare ampio e dettagliato esame di tali particelle del suo corpo, che risultano alla nostra portata, questo significa solo l'uso paziente dei poteri e macchinari già al nostro comando.

Non si supponga che, nel dispiegarsi un pò di più delle meraviglie della Verità Divina, spingendo le nostre indagini al punto più lontano al momento possibile per noi, in alcun modo si alteri o modifichi tutto ciò che è stato scritto nei libri teosofici della forma e della costituzione dell'atomo fisico e degli accordi meravigliosi e ordinati con i quali sono raggruppati nelle varie molecole chimiche, tutto questo rimane invariato. Né è alcuna modifica introdotta per quanto riguarda le tre effusioni del Logos e la meravigliosa facilità con cui la materia dei vari piani è da loro modellata in forme per il servizio della vita in evoluzione. Ma se vogliamo avere una visione corretta delle realtà sottostanti alla manifestazione in questo universo, dobbiamo in misura considerevole invertire la concezione comune di ciò che questa materia è essenzialmente. Invece di pensare dei suoi costituenti ultimi come macchioline solide che galleggiano nel vuoto, dobbiamo renderci conto che è il vuoto apparente stesso che è solido e che le macchie non sono altro che bolle su di esso. Tale circostanza una volta afferrata, tutto il resto rimane come prima.

La posizione relativa di ciò che abbiamo finora chiamato materia e forza è ancora per noi la stessa di sempre, è solo che, a ben guardare, entrambi questi concetti si rivelano varianti di forza, l'una che anima le combinazioni delle altre e la vera "materia ", il koilon, è visto come qualcosa che è stato finora del tutto fuori dal nostro sistema di pensiero. Considerando questa meravigliosa distribuzione di Sè stesso nello "spazio", il concetto familiare del "sacrificio del Logos" assume una nuova profondità e splendore, questo è il suo "morire nella materia", il suo "sacrificio perenne" e può essere la gloria del Logos, che Egli possa sacrificare sè stesso fino all'estremo, permeando così e facendosi uno con quella parte di koilon che Egli sceglie come campo del suo universo. Che cosa koilon è, quale sia la sua origine, se esso stesso sia stato cambiato dal Soffio Divino che viene versato in esso, se lo "Spazio Oscuro" diventi "Spazio Luminoso" all'inizio di una manifestazione, sono domande a cui non possiamo al presente persino indicare risposte. Forse uno studio intelligente delle grandi Scritture del mondo può produrre risposte.

Tradotto da Richard per Altrogiornale.org

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