domenica 3 maggio 2015

Carlo Rovelli: Sette lezioni (brevi) di Fisica



Dei tempi della scuola ricordo un po’ sommariamente le nozioni di fisica ma mi piacevano molto. A quelli della nostra generazione la fisica è apparsa come una cosa certa, finita; regole individuate e stabilite da conoscere più o meno a memoria. Nozioni che poi con il tempo si dimenticano e ne rimane un vago ricordo.



Qualche anno fa lessi, su suggerimento di un amico, il bel libro “Il Tao della Fisica” di Fritjof Capra e già mi accorsi di come l’evoluzione degli studi avesse intrapreso delle strade nuove e affascinanti. Confesso di non aver ancora soddisfatto il desiderio di curiosità che mi generò quella lettura e il mondo dei Quanti continua a sedurmi.
Per i tipi dell’Adelphi lo scienziato Carlo Rovelli ha scritto – nel 2014 – un breve libro divulgativo intitolato “Sette brevi lezioni di fisica“. Un testo breve, sette capitoli per sette “racconti” di una bellezza straordinaria. Non è il bello estetico di cui si parla ma del fascino della scienza e della fisica in particolare che ci regala la visione di orizzonti sconfinati.
Di questi tempi in cui la cultura e la conoscenza subiscono attacchi da  un sistema che spinge l’individuo a tornare nella caverna – televisiva – per credere a miti e a ideologie o, meglio ancora, non credere più a nulla, ecco un testo che focalizza l’attenzione sui traguardi della scienza, sul metodo scientifico, e sulle domande nuove cui manca ancora una risposta.
Dalla teoria della relatività di Albert Einstein (quella ristretta e poi quella generale), le sue implicazioni sulla legge di gravità e sulla comprensione del significato del tempo, Rovelli ci accompagna in un viaggio attualissimo anche se ci potrebbe apparire futuristico. I segreti della meccanica quantistica, le particelle elementari, la composizione della materia. Tutto ciò che pensiamo come immobile e che invece fluttua in un incessante alternarsi di eventi e probabilità
.
Ciò che crediamo e diamo per scontato, in quanto acquisito con i nostri sensi, è più irreale o improbabile di quanto possiamo immaginare. Il “tempo” sul quale misuriamo la nostra esistenza e il trascorrere degli istanti di vita successivi non è più lineare, per gli scienziati, ma “ricurvo” e legato strettamente allo spazio. Uno spazio che non è mai vuoto ma composto di entità quantistiche. E gli esperimenti empirici lo confermano.
Ecco allora che l’universo assume dei connotati nuovi; la sua nascita, la sua probabile fine per ricominciare; i buchi neri, la materia oscura. C’è tutto questo nel libro e tanto altro ancora. Un assaggio, un antipasto gustoso per assaporare le prelibatezze della scienza del XX secolo e le domande che si pone per il XXI con le relative implicazioni filosofiche e politiche.
Poi ci siamo noi. Esseri senzienti alla ricerca del significato della nostra esistenza cui Rovelli dedica l’ultimo capitolo del suo libro. Compare qui lo scienziato razionale si, ma che da un valore alla vita nella sua unicità. Questa non va sprecata e deve essere vissuta all’interno del mondo cui appartiene: la natura con le sue leggi e le sue regole. Un gioco di armonie, un delicato equilibrio a cui l’essere umano, pur avendo dentro di sé quegli stessi misteri cui cerca di dare risposta, manca di rispetto condannandosi all’estinzione.
Agile, veloce, che incuriosisce. Un libro da non perdere in questi tempi oscuri e politicamente sterili.
D.A. 22.04.2015
L’intervista a Carlo Rovelli da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” Rai – 01/02/2015

http://dubitoergocogito.altervista.org/carlo-rovelli-sette-lezioni-brevi-di-fisica/

Nessun commento:

Posta un commento