lunedì 4 maggio 2015

Powerwall: la batteria di Tesla in casa

Elon Musk, ceo dell'azienda, ha presentato un innovativo prodotto in grado di alimentare autonomamente un intero appartamento. Senza inquinare. Costa dai 3mila dollari in su

di Martina Pennisi

In ballo c’è un mercato da 25 miliardi di oggetti connessi entro il 2020 (fonte: Gartner ), destinati inevitabilmente a diventare protagonisti anche fra le quattro mura domestiche. Per alimentarli e ridurre il costo attuale dell'energia si sta scatenando una corsa alle batterie per l'accumulo che dovrebbe arrivare a valere 19 miliardi di dollari nel 2017 . Il Ceo di Tesla Elon Musk ha messo gli occhi su questo secondo dato per realizzare le batterie Powerwall, a costo abbordabile e con un ciclo di vita sufficientemente lungo, e pianificare il primo e convinto passo nel ghiotto mercato.

Giacca, scarpe lucide ed eleganti, una risatina e un incedere solo apparentemente nervosi e una presentazione lampo di 20 minuti: così Musk, il 44enne nato in Sud Africa le cui ambizioni non sembrano avere limiti, ha stupito il mondo. «Il problema delle batterie esistenti è che fanno schifo. Sono costose e inaffidabili», ha affermato senza mezzi termini, dicendosi pronto a cambiare il modo «in cui il mondo usa l’energia» e «ad azzerare le emissioni di anidride carbonica». Per (iniziare a) farlo commercializzerà con il neonato marchio Tesla Energy batterie in grado di accumulare energia pulita da riutilizzare nelle case e nelle aziende che le ospitano. La distribuzione comincerà la prossima estate.

Il settore va a braccetto con quello dei pannelli fotovoltaici, in cui Musk è già presente con la SolarCity. Non serve una mente visionaria per rendersi conto di come l’asse vendita di pannelli-vendita e gestione digitale delle batterie possa dare importanti soddisfazioni economiche. Negli Usa, dove SolarCity si è già arrampicata sui tetti di 17 Stati,
il mercato fotovoltaico residenziale dovrebbe arrivare a valere quest’anno 3,7 miliardi di dollari e 4,7 miliardi nel 2016. Non solo, la torta diventa ancor più prelibata se si aggiunge la fetta dei distributori. Come spiega il Wall Street Journal , la commercializzazione di batterie a costo contenuto potrebbe sbloccare il mercato della gestione autonoma riuscendo nel difficile intento di coinvolgere anche chi vende energia: accordandosi con Tesla e realtà analoghe le varie Pacific Gas & Electric o Eni potrebbero partecipare all’installazione di batterie su larga scala e contribuire allo smistamento di energia e costi. Rassegnandosi, ovviamente, a rendere la loro offerta competitiva dal punto di vista del prezzo visto che i clienti hanno - avrebbero - il coltello/batteria dalla parte del manico.

Dal cappello della Tesla Energy, Musk ha tolto le batterie agli ioni di litio Powerwall. La tecnologia è la stessa utilizzata sulle note automobili Tesla S. Si parte dal modello base da 7 kWh, che costa 3mila dollari (installazione e inverter esclusi che comportano una spesa ulteriore di oltre 4mila dollari). e si può salire a 10 kWh, con un cartellino da 3.500. Alle imprese e ai gestori saranno dedicate versioni da 100 kWh. Tesla garantisce 10 anni di ricariche. Qualche numero utileper capire di cosa stiamo parlando: la soluzione da 10 kWh può fornire 1.000 watt di corrente per 10 ore. Una casa americana ha bisogno quotidianamente di circa 1.200 watt, secondo il dipartimento dell’Energia statunitense. Uno schermo da salotto, per rendersi conto delle proporzioni, ha bisogno di 0,1 kWh all’ora e un computer portatile di 0,05. Ogni giorno il frigorifero richiede 4,8 kWh, mentre la lavatrice ne necessita 2,3 per ogni lavaggio.

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