mercoledì 15 luglio 2015

Accordo Grecia: Syriza si spacca, “Ci hanno umiliati”. Tsipras sotto assedio

Intesa sugli aiuti per oltre 80 miliardi in cambio di pesanti riforme. Varoufakis: il premier ha ceduto, io non l’avrei fatto. Rivolta nel partito.

L’accordo è unanime, almeno questo. Dopo una maratona notturna di diciassette ore, i leader dell’Eurosummit hanno deciso di avviare un negoziato con la Grecia per il lancio di un terzo programma di salvataggio. Sarà un’azione triennale, con un sostegno compreso fra 82-86 miliardi, fortemente condizionato: Atene ha tre giorni per approvare un pesante pacchetto di riforme: fisco, pensioni, accesso al mercato, riforme giudiziarie. Verrà creato gradualmente un fondo di garanzia degli investimenti da 50 miliardi in cui Atene collocherà fette di patrimonio della repubblica – isole, demani, palazzi, aziende pubbliche e soprattutto le banche ricapitalizzate - che, coi suoi profitti, aiuterà gli investimenti diretti in terra ellenica. Le banche avranno 25 miliardi per essere ricapitalizzate e stamane la Bce potrà riprendere le manovre sulla liquidità.

TSIPRAS IN UN VICOLO CIECO
Sarà un processo lungo. «Abbiamo ottenuto un alleggerimento del debito e un finanziamento a medio termine», s’è giustificato il premier greco Alexis Tsipras. Per lui sarà comunque difficile spiegare ai suoi compagni di viaggio del governo, e agli elettori, che il patto accettato nella notte è molto più pesante di quello a cui gli elettori si sono opposti il 5 luglio. Cercherà di attirare l’attenzione sul profilo del debito, ormai a un passo dal doppiare il pil ellenico. Non ci sarà «un taglio nominale», hanno precisato i tedeschi. Si potrà lavorare sulle scadenze e sugli interessi.

VAROUFAKIS ATTACCA IL PREMIER
Ora il premier greco deve fare i conti con la spaccatura di Syriza. In giornata è arrivato il duro atto di accusa di Varoufakis, che ha dichiarato di aver avuto un piano per la Grecia per il dopo referendum. Ma non è stato appoggiato, anzi Alexis Tsipras ha deciso malgrado il “No” ulteriori concessioni e «ha accettato il fatto che qualsiasi fosse stata la posizione dei creditori, lui non li avrebbe sfidati». L’ex ministro delle Finanze greco ha ripercorso i cinque mesi della sua battaglia e affermato di non aver firmato la precedente offerta della Troika, che sembra generosa rispetto al nuovo salvataggio, perché «impossibile, tossica, una di quelle proposte che si presenta quando non si vuole raggiungere un accordo». La Troika, a suo avviso, non ha mai trattato in modo «genuino». Panagiotis Lafazaris, ministro dell’energia e leader dell’ala radicale di Syriza, ha invece definito il compromesso raggiunto come «accordo umiliante». La parte più radicale del partito sta inoltre valutando l’ipotesi di votare in Parlamento contro il piano di aiuti concordato da Tsipras. I Greci Indipendenti non voteranno l’accordo, come ha annunciato il leader Panos Kammenos,
precisando però che il suo partito non uscirà dalla coalizione.

LE CIFRE DELL’ACCORDO
Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha detto che per definire gli accordi ci vorranno settimane. Oggi pomeriggio i ministri economici dell’Eurozona metteranno il sigillo all’intesa notturna. Questione aperta è quella del prestito ponte che servirà ad Atene per saldare il debito con la Bce lunedì prossimo: (3,5 miliardi) e il Fmi (2 miliardi): possibile il ricorso tesoretto dei titoli Bce (i profitti maturati con l’acquisto dei titoli effettuati dopo il 2010, sono circa 3,3 miliardi), con prestiti bilaterali degli stati e l’utilizzo del vecchio fondo Efsm, nel quale sono ancora 13 miliardi di euro. Cruciale il ruolo di Francoforte. «Sarebbe paradossale se la Grecia non venisse ora aiutata a distribuire liquidità nelle banche - ha detto il presidente della Repubblica francese, Francois Hollande - La Bce è indipendente. Ma senza un accordo preciso, Bce non sarebbe stata nella posizione di poter attuare quanto deciso».

IL BRACCIO DI FERRO
L’intesa è arrivata al termine di una trattativa estenuante. Un braccio di ferro tra Germania e Grecia era sempre sul punto di arenarsi a un «nulla di fatto». Ieri sera Atene aveva definito le proposte dei leader europei «umilianti e disastrose». Solo una settimana fa erano Tsipras e suoi cittadini che hanno votato “no” a dettare le condizioni, ora invece è la Germania della Merkel e di Schauble. Tsipras, a margine del summit, aveva dichiarato: «Negozio per tutelare la dignità del mio Paese». Resta da capire se per il popolo greco quella dignità è stata rispettata.

http://www.lastampa.it/2015/07/13/economia/il-premier-belga-c-laccordo-sulla-grecia-8m1EEnyt50Ie1JocvR9gfO/pagina.html

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