sabato 6 febbraio 2016

Il tramonto dei numeri di telefono

Lo dice Zuckerberg, proprio nei giorni in cui Whatsapp raggiunge il miliardo di utenti


Ci siamo abituati a cambiare telefono come cambiamo i vestiti. Escono modelli a un ritmo così sostenuto da rendere difficile capire cosa cambia davvero tra un modello e l’altro. Lo dimostra l’ultima campagna per l’iPhone 6s di Apple, che è partita da un dato incontestabile: all’apparenza il nuovo smartphone è esattamente identico al precedente e quindi, per convincerci a comprare l’ultimo arrivato, bisogna dire che è cambiato tutto, anche se non ce ne accorgiamo a colpo d’occhio.

La previsione
Quella che, però, in questi anni non è mai cambiata è l’essenza stessa del telefono: il suo numero. Prima era quello del fisso, che avevamo in casa; poi quello della sim, che con la portabilità ci ha permesso di mantenerlo anche nei continui passaggi da un operatore all’altro alla ricerca dell’offerta migliore. Ma il punto è che per chiamare qualcuno non esiste un modo che non sia digitare una stringa di cifre su una tastiera. Non esattamente un modo semplice, anche se l’abitudine rende tutto scontato. Eppure c’è chi scommetterebbe che anche questo residuo del secolo scorso non avrà lunga vita.

 A dirlo non è l’ultimo degli sprovveduti, ma Mark Zuckerberg. A inizio anno il fondatore di Facebook, il social network più popolato del mondo, ha detto che non sa per quanto tempo ancora i telefoni e i loro numeri saranno in circolazione. Detto da chi deve buona parte della sua fortuna al tempo che passiamo incollati allo smartphone, sembra più un delirio che una previsione, ma quello che intende Mr Facebook è che a cambiare, sarà il modo in cui intendiamo le telefonate. Gli dà ragione il Pew Research Center, che ha scoperto che solo il 19% dei teenager telefona tutti i giorni, contro il 55% che preferisce chattare. 

Il record di Whatsapp
Nei giorni scorsi ha fatto il giro del mondo la notizia che Whatsapp, l’app di messaggistica istantanea che ha soppiantato gli sms, ha raggiunto la quota impressionante di 1 miliardo di utenti attivi al mese. Un settimo della popolazione mondiale. Per commentare questo dato, il World Economic Forum ha pubblicato un articolo che analizza le ultime tendenze che riguardano l’utilizzo di questo genere di applicazioni, ponendosi una semplice domanda: è arrivata l’ultima ora dei numeri di telefono?
A sostegno di questa tesi, la fondazione prende a esempio l’esplosione che Whatsapp ha avuto soprattutto nei mercati emergenti: in America Latina il 66% delle persone che hanno accesso a internet ha usato l’app nell’ultimo mese. E risultati analoghi o comunque positivi si registrano in Medio Oriente e Africa (63%) e nei Paesi asiatici che si affacciano sul Pacifico (35%). Per sottolineare che non stiamo parlando di una moda tutta occidentale. Ma Whatsapp da solo può scardinare un’abitudine vecchia un secolo? No, ma Whatsapp non è solo. Ci sono app simili che si moltiplicano, e c’è un intero sistema di comunicazioni alternative che hanno reso obsolete le telefonate. Non è un mistero, basta rivolgersi a qualsiasi operatore: nelle offerte la differenza la fa il traffico dati, non i minuti o gli sms. Un osservatore potrebbe obiettare facilmente: «Per usare Whatsapp mi serve un numero di telefono!». Il punto è che Whatsapp, come già detto, non è solo: nel 2014 è stata acquistata da Facebook, che sulla sua app Messenger (un altro sistema di messaggistica online) ha 800 milioni di utenti attivi. Qui il numero di telefono non serve e, si può scrivere ma anche mandare video, foto, soldi e anche la nostra posizione. Tutto senza digitare stringhe di numeri e prefissi. Basta essere amici, cliccare su un nome. 

Non solo: se qualcuno ci tormenta, ci vuole un secondo per impedirgli di contattarci. E allora quanto ci metteremo a dire addio ai numeri di telefono, visto che siamo già sulle pagine bianche più grandi del mondo?

http://www.lastampa.it/2016/02/04/societa/il-tramonto-dei-numeri-di-telefono-per-comunicare-non-si-parla-si-scrive-6Gq9GHOMrR9arQfObNSvQO/pagina.html

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