venerdì 27 maggio 2016

Renzi arriverà spompato al voto sul referendum costituzionale?

Risalire nei sondaggi, colpire per primo e saturare le tv. Ma partendo con la rincorsa così lunga rischia di arrivare spompato e le sue argomentazioni alla lunga potrebbero annoiare

Alle Comunali mancano appena 11 giorni, al referendum costituzionale ancora 5 mesi. Eppure, curiosamente, Renzi fa già campagna per il «sì» e trascura l’altra partita, dove sono in ballo i sindaci di Roma e Milano, Napoli e Torino... Viene da domandarsi il perché. Come mai Renzi si concentra sul voto di ottobre quando c’è ancora un’estate di mezzo? Non sarà per caso troppo presto? 

Una dannata fretta di rimontare
I sondaggisti, gli «spin doctor», gli strateghi del voto sono tutti concordi: il premier fa bene, dal suo punto di vista è la scelta migliore. Perché nelle ultime rilevazioni prima del «black out» elettorale tirava una brutta aria per il «sì», i favorevoli alla riforma Boschi erano nettamente meno dei contrari. Renzi ha urgenza di rimontare prima che il divario diventi incolmabile.


Chi colpisce per primo colpisce doppio  
Secondo motivo, molto probabilmente suggerito dal consulente americano Jim Messina (uno che ha fatto vincere Obama): chi per primo si lancia nella campagna costringe gli altri a inseguirlo. È lui che sceglie la musica e che guida le danze. Per esempio, ieri Renzi ha accusato i paladini del «no» di difendere solo le proprie poltrone, così quelli passeranno il tempo a smentire. Oggi se ne inventerà un’altra, e così via.

L’invasione delle tivù  
Terza ragione, il premier ha l’ansia di occupare tutti i canali mediatici a costo di saturarli, in modo da tagliare i fili della comunicazione avversaria. A giudicare dalle sue massicce presenze tivù, pare ci stia riuscendo brillantemente. Si sta facendo supportare da una speciale «task force» di persuasori occulti, di specialisti del marketing politico che puntano a farci votare sì a nostra insaputa.

Che cosa rischia Renzi  
Partire troppo presto, però, ha due inconvenienti. Anzitutto rischia di «bruciare» tutti gli argomenti del premier, di renderli ripetitivi e perciò noiosi. Di questo passo a ottobre, quando si arriverà al dunque, l’ennesima performance televisiva di Renzi verrà salutata dagli sbadigli. Gli argomenti dei suoi avversari, perlomeno, avranno la freschezza dell’ignoto. Inoltre, non è detto che le tecniche buone per l’America funzionino altrettanto bene da noi. Perché in Italia la somma degli individualismi sfiora l’anarchia. Non è mai stato facile farci marciare tutti insieme nella stessa direzione. Ci hanno provato in diversi, da Mussolini a Craxi e Berlusconi, e come è finita si sa. Ora sembra il turno di Renzi, vedremo se si dimostrerà più bravo.


http://www.lastampa.it/2016/05/25/italia/politica/come-mai-la-campagna-referendaria-di-renzi-scattata-cos-in-anticipo-hs5WgUgScUajuhnfa9dYFN/pagina.html


Nessun commento:

Posta un commento