lunedì 20 febbraio 2017

Cane ucciso a Bondeno (FE): “Esecuzione da Chicago anni ’20”

In caso di rinvio a giudizio, l’Ente Nazionale Protezione Animali si costituirà parte civile nel processo contro i due dipendenti del Consorzio di Bonifica Burana, che hanno ucciso un cane meticcio presso l’impianto idrovoro di Bondeno (Ferrara) gestito dallo stesso consorzio. La ricostruzione dell’animalicidio riportata da fonti di stampa – il meticcio è stato inseguito e poi, non appena a tiro, colpito a fucilate; infine chiuso in un sacco della spazzatura e gettato via – fa pensare ad una vera e propria esecuzione stile Chicago anni ‘20

In attesa che i due siano formalmente imputati, l’Enpa chiede che, vista la gravità dei comportamenti di cui sono sospettati, “siano presi alcuni provvedimenti a loro carico, cominciando da una sospensione dal servizio presso il Consorzio e dal ritiro del porto d’armi”
La Protezione Animali chiede inoltre alle autorità competenti di “fare tutte le verifiche del caso per accertare se gli uccisori del meticcio non fossero anche dei cacciatori: in tal caso la sospensione e il ritiro del tesserino venatorio sarebbero un passaggio doveroso e ineludibile”

Apprendo che di fronte ad un crimine così raccapricciante, accaduto tra l’altro su quello che può essere considerato il luogo di lavoro dei due personaggi, il Consorzio di Bonifica ha annunciato provvedimenti disciplinari a loro carico. Mi auguro che le intenzioni e le parole abbiano un seguito: quanto accaduto a Bondeno è un fatto di inaudita crudeltà. Un fatto che ricorda la pratica con cui alcuni cacciatori erano soliti “disfarsi” degli animali non più adatti all’attività venatoria. A questi reati è fondamentale rispondere in modo fermo e adeguato», dichiara Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa.
“Naturalmente – prosegue Rocchi – siamo in prima in fila per tutte le iniziative, giudiziarie e non, che si rendessero necessarie per dare giustizia al povero cagnolino”

Intanto, lunedì mattina, alle 11, di fronte ai cancelli del Consorzio della Bonifica Burana, in via Vittorio Veneto, gli attivisti delle associazioni animaliste si troveranno per protestare e non dimenticare il cane ucciso

http://www.estense.com/?p=598396



Bondeno. Ha sparato a sangue freddo al proprio cane con l’aiuto di un collega. L’uccisione dell’animale avvenuto all’interno dell’impianto idrovoro del Consorzio della Bonifica Burana ha sconvolto tutti gli amanti degli animali e non solo.

A colpire la comunità e i dipendenti stessi del consorzio è la brutalità con cui è stato compiuto l’animalicidio. L’episodio risale allo scorso 2 gennaio nell’area degli alloggi di servizio dove abitano alcuni lavoratori del Burana.

La moglie di uno degli addetti ha sentito un cane guaire ed è uscita dall’appartamento per capire cosa stesse succedendo. Di fronte a lei una scena spietata e inspiegabile: la signora ha visto due uomini, colleghi del marito, che inseguivano un cane meticcio di media taglia. L’animale scappava di corsa, dietro di lui i suoi aguzzini, uno dei quali imbracciava il fucile.

La donna li ha persi di vista quasi subito. Ma, successivamente, la fine della bestiola è stata chiara. Lei e altri testimoni hanno notato i soggetti caricare su di un mezzo qualcosa avvolto in un sacco della spazzatura, lasciando tracce di sangue.

La voce si è sparsa presto tra gli altri inquilini-lavoratori e la testimone chiave ha deciso di segnalare il fatto ai carabinieri di Bondeno. Le indagini hanno portato alla denuncia del 58enne G.D. e del 47enne F.T., entrambi ferraresi residenti a Bondeno e impiegati presso la locale sede del consorzio di bonifica, per il reato di uccisione di animali in concorso.

Dagli accertamenti è emerso che il cane era di proprietà del 58enne, così come l’arma del delitto, un fucile detenuto legalmente. Sconosciute, invece, le cause che hanno portato a questo gesto. Accantonata l’ipotesi della legittima difesa, perché il cane non era aggressivo e non ha mai attaccato il suo padrone, gli inquirenti hanno pensato a un insano divertimento di ‘tiro al bersaglio’. O, più verosimilmente, a una soppressione ‘fai da te’ per sbarazzarsi di un animale che non serviva più.

L’uccisione, avvenuta all’interno dell’impianto idrovoro mentre i due autori non erano in servizio, ha lasciato attoniti anche i dirigenti del Consorzio della Bonifica Burana, con sede a Modena, che hanno deciso di prendere provvedimenti.

“Esprimiamo tutto lo sdegno per l’inammissibilità del grave fatto compiuto – commentano dal direttivo – e confermiamo la massima disponibilità e stima nei confronti delle forze dell’ordine che stanno svolgendo le indagini di competenza. Prendiamo le distanze da quanto accaduto e abbiamo già attivato quanto previsto dal contratto di lavoro per i propri dipendenti in ordine all’applicazione dei provvedimenti disciplinari. E’ una situazione delicata che non ci aspettavamo di dover affrontare, in quanto consorzio basato sullo spirito di tutela dell’ambiente, del territorio e delle creature che lo abitano”.

Su questo episodio di barbarie nei confronti degli animali si sta interessando anche Legambiente che condanna “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale”, come recita l’articolo 544-bis del codice penale che sancisce la pena per l’uccisione di animali

http://www.estense.com/?p=597261

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