lunedì 20 febbraio 2017

Sindaco: “Voglio i profughi a Barcellona ma Madrid lo impedisce”

«Vorremo accogliere i rifugiati, ma lo Stato spagnolo non ce lo consente». Ada Colau, sindaco di Barcellona da meno di un anno, è abituata a essere diretta, che si tratti di sfratti o di immigrazione, così «davanti alle scene inaccettabili dei profughi in fuga dalla guerra che rischiano la vita» ha scelto di aprire la propria città, sfidando il governo (in funzione) di Mariano Rajoy

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La sindaca di Barcellona Ada Colau è del partito Barcelona En Comú, alleato di Podemos


 Lo schema opposto a quello a cui siamo abituati: il governo che si impegna con l’Europa e gli enti locali che si tirano indietro per paura della reazione dei cittadini

Gli abitanti di Barcellona approvano questa sua disponibilità?  
«Non solo capiscono, ma mi chiedono sforzi ulteriori. Vedere i bambini morire in mare, mentre le mafie si arricchiscono, non è sopportabile per i nostri concittadini. Tanta gente qui spende le ferie per aiutare le Ong che operano in Grecia. Se la gente non capisse, non avrebbe votato una come me»  

Sindaco, lei parla di «città rifugio», cosa vuol dire nella pratica?
«Che a Barcellona, come in altre città spagnole, siamo pronti ad accogliere in maniera ordinata le persone che scappano dalla guerra. Gli Stati sono lenti e pavidi, le città, al contrario, sono i luoghi dove le cose si risolvono in maniera concreta»

Misure concrete?  
«Abbiamo ultimato un progetto pilota per ricevere cento persone che ora si trovano ad Atene in attesa di partire. Ovviamente non basta, ma anche questa piccolo gesto ci viene ostacolato dal governo spagnolo»

In che senso?  
«Noi possiamo allestire tutte le strutture del caso, e lo abbiamo fatto. Dando più risorse per l’accoglienza e trovando un alloggio ai richiedenti asilo, ma nessuno può stabilirsi senza lo status giuridico, e quello lo deve dare lo Stato»

Gli Stati devono rispettare delle quote.  
«Ecco, appunto. L’Europa ha stabilito che alla Spagna spettano oltre 17 mila persone. Sa quante ne sono state sistemate? Diciotto, a Bilbao».

Il tema però è complesso, come si accolgono i rifugiati?
«Ci sono tre fasi diverse. La prima assistenza, una collocazione equa, per non creare problemi nelle comunità che ospitano e per ultimo una politica di integrazione» 

Ha fiducia nell’Europa?
«Noto che sta rinnegando i propri valori, l’Europa nasce come reazione alle atrocità della guerra e del nazismo, e ora scappa davanti al proprio compito. Qui non c’è solo un enorme problema etico, ma ce n’è anche uno giuridico: noi abbiamo degli obblighi in questo senso e non li stiamo rispettando»


L’accordo con la Turchia è sbagliato?
«È giusto avere un rapporto con la Turchia, ma la relazione deve essere onesta, non ipocrita. Il vero problema è la crisi di legittimità dell’Europa».

L’Italia si sta comportando bene?
«Non posso giudicare l’opera del vostro governo, dico solo che sono stata a Milano, la città dove tanti anni fa ho fatto l’Erasmus, e ho visto il mio stesso atteggiamento nel sindaco Pisapia. E ho conosciuto tanti milanesi disponibili ad aiutare»


http://www.lastampa.it/2016/03/20/esteri/li-voglio-qui-a-barcellona-ma-madrid-lo-impedisce-k3n74bcTmn4N21VET1t1lI/pagina.html

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