venerdì 21 aprile 2017

7 milioni di italiani usano gli adblocker, I software che bloccano le pubblicità online

Sono oltre 200 milioni in tutto il mondo quelli che sui pc hanno installato AdBlock, ABP e le altre estensioni che bloccano la pubblicità online, per impedire a banner e pop-up di apparire sullo schermo del computer durante la lettura di un articolo

La novità più importante del 2016 – riportata nell’incontro con Pierluca Santoro di DataMediaHub e Giacomo Fusina di Human Highway durante la Social Media Week di Milano – è però la crescita inarrestabile degli adblock su smartphone e tablet: secondo i dati di PageFair, nel marzo 2016 gli utenti che bloccavano le pubblicità sui dispositivi mobili erano 408 milioni, in crescita del 90 per cento rispetto all’anno precedente

Un colpo doppiamente duro per gli editori, che fino a poco fa ritenevano il mobile al riparo da questo tipo di software. La situazione è invece cambiata drasticamente soprattutto dopo la decisione di Apple, nel settembre 2015, di permettere di scaricare e installare adblocker su iPhone e iPad. 

Si calcola che il 21 per cento dei 2 miliardi di smartphone diffusi nel mondo sia dotato di questi software, ma la percentuale è molto più elevata in paesi come India e Cina, dove tanti posseggono solo dispositivi mobili e dove si fa parecchia attenzione al risparmio di banda che gli adblocker consentono, impedendo alle pubblicità di venire caricate


E in Italia? I dati sul nostro paese sono allarmanti: il report di PageFair del 2015 spiegava come solo il 13 per cento degli utenti di internet nel nostro paese bloccasse le pubblicità, contro il 25 per cento della Germania e il 34 per cento della Polonia. Nel corso del 2016, le cose sono drasticamente cambiate: secondo l’analisi della società Human Highway, oggi sul 23,2 per cento dei pc italiani (circa 7 milioni) è installato un ad-blocker

Per le testate online, che nella quasi totalità dei casi si mantengono attraverso la pubblicità, si tratta di un problema enorme: la perdita dei ricavi a livello mondiale è passata dai 7,2 miliardi di dollari del 2014 ai 41,4 miliardi di dollari stimati per il 2016. Per gli editori italiani, invece, la perdita ammonta a circa 300 milioni di euro

È per questa ragione che molti editori cercano rifugio nelle app, che (almeno per il momento) sono al riparo dagli adblocker: chi ha le risorse tende a sviluppare delle app native, gli altri ripongono le speranze nelle visualizzazioni ottenute attraverso la app di Facebook. 

Altre testate cercano invece di dialogare con gli utenti, spiegando come sia la pubblicità a garantire la sopravvivenza dei siti internet e chiedendo quindi di disabilitare gli adblocker. Per il futuro, c’è probabilmente bisogno di un nuovo patto tra editori e lettori, in cui pubblicità meno fastidiose e meno intrusive consentano agli utenti di poter disinstallare gli adblocker senza peggiorare l’esperienza di lettura




http://www.lastampa.it/2016/06/08/tecnologia/news/milioni-di-italiani-usano-gli-adblocker-x0A3damMdwmvtVIiC1QHiM/pagina.html

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