martedì 25 luglio 2017

PARIGI: IL PIÙ GRANDE BILANCIO PARTECIPATIVO D’EUROPA, CHENGDU (CINA) NEL MONDO

Come spendere 75 milioni di euro in una grande metropoli? La risposta non è arrivata dai politici, ma dagli stessi cittadini parigini, attraverso la più ampia consultazione mai effettuata in Europa. Promossa dal neo sindaco Anne Hidalgo, l’iniziativa andrà avanti fino al 2020 permettendo di decidere come investire 426 milioni di euro


“Per rispondere alla crisi della politica bisogna ridare fiducia ai cittadini, attraverso più spazi in cui esprimersi e più strumenti per informarsi”.
Anne Hidalgo, sindaco di Parigi

“Signor sindaco, ho un’idea!”. E’ questo lo slogan che accompagna Paris Budget Participatif, innovativo progetto del comune di Parigi che sta riscrivendo le regole della cittadinanza attiva in Europa, all’insegna dell’ascolto e della trasparenza totale

Lanciato nel 2014 dal neo sindaco Anne Hidalgo (che ne aveva fatto un cavallo di battaglia durante la propria campagna elettorale), l’iniziativa prevede che i parigini possano decidere come spendere di qui al 2020 il 5% quota del budget annuale del Comune. Nel 2014, per la prima edizione, sono stati messi a disposizione dei cittadini 20 milioni di euro, mentre questa cifra nel 2015 è salita a 75 milioni di euro


Budget participatif : mode d’emploi di mairiedeparis

Con la partecipazione, poi, viene anche maggiore trasparenza: insieme al progetto del BudgetParticipatif, la Mairie de Paris ha lanciato anche campagne informative e workshop pratici che spiegano come funzionano le casse del comune, come si gestisce la contabilità di un ente così complesso e quali sono i costi effettivi di un lampione, un campetto da calcio, una piscina, un’antenna wi-fi. In questo modo i cittadini acquistano maggiore consapevolezza e, al tempo stesso, vengono stimolati a trovare soluzioni creative per non “sprecare” i 426 milioni di euro messi a disposizione fino al 2020.

Trasparenza totale - Ma affinché la partecipazione funzioni, ci vuole anche una trasparenza radicale durante tutte le fasi del progetto. E questo lo staff del Comune di Parigi l’ha capito da subito, mettendo a disposizione i dati tecnici su ogni iniziativa da votare, la loro localizzazione e permettendo di seguire lo stato di avanzamento attraverso report periodici, oltre che altri strumenti innovativi online

“Le istituzioni democratiche e i rappresentanti eletti devono far fronte a una crisi di fiducia da parte dei cittadini che si sentono sempre più esclusi dalle scelte politiche - ha spiegato il sindaco Hidalgo - E’ per questo motivo che abbiamo deciso di dare le chiavi del bilancio ai cittadini. Gli appartengono di diritto. E in questo modo possiamo favorire l’espressione e la partecipazione collettiva”.

I progetti vincitori - L’edizione 2014 ha visto più di 40.000 cittadini esprimere la propria preferenza tra i 15 progetti proposti dal comune. Alla fine ne sono stati selezionati 9 (https://budgetparticipatif.paris.fr/bp/je-vote.html) che verranno presto realizzati.


Il progetto che ha ricevuto più voti in assoluto è di quelli destinati a cambiare il volto della città in maniera ben visibile. Si chiama “Des jardins sur les murs” e, per 2 milioni di euro, promette di portare il verde verticale su più di 40 muri della città che al momento sono spogli (e, quindi, non proprio il massimo dal punto di vista estetico).

All’insegna del green è anche il secondo progetto più votato: insegnare la cultura ambientale ai bambini attraverso una rete di “jardins pédagogiques” da realizzare in 663 scuole materne ed elementari della capitale, con un pubblico potenziale di 137.000 allievi. A seguire, i parigini hanno chiesto di investire in chioschi all’aperto, iniziative di sport urbano, murales artistici sui palazzi della città e co-working dove far incontrare universitari e giovani imprenditori.

La nuova edizione 

Ma con l’edizione 2015 il Comune di Parigi ha voluto spingersi oltre, passando da quella che gli esperti definiscono una visione “conservativa” del Budget Participatif (il Comune propone i progetti, i cittadini possono solo votare) a una più progressista: non solo è stato aumentato il budget a disposizione (75 milioni di euro), ma è stato anche permesso a tutti i cittadini di proporre le proprie idee per migliorare la città attraverso una consultazione pubblica durata tre mesi.


Dopo tre mesi di consultazioni, il Comune ha ricevuto più di 5000 progetti da oltre 18.000 cittadini, la maggior parte dei quali sono focalizzati sulle strade (23%), l’ambiente (14%), i trasporti e la mobilità (12,5%). Ora gli esperti del comune valuteranno la fattibilità di questi progetti e realizzeranno una short-list su cui tutti i cittadini saranno chiamati a esprimere le proprie preferenze.

Nel frattempo, non manca chi - come la rivista Les Inrockuptibles - si è preso la briga di passare in rassegna le idee più strane tra quelle sottoposte dai cittadini: da chi vuole trasformare la tour Eiffel in un enorme giardino sospeso, a chi vuole installare una piscina dentro la Senna, passando per la segnaletica che cambia a seconda delle esigenze, per arrivare a quelle più assurde, come i sensori acustici per “silenziare” chi fa troppo rumore davanti ai bar o le cabine insonorizzate dove sfogarsi quando si è troppo nervosi…

Nel resto del mondo - Come ben sottolinea il sito TechPresident quello di Parigi rappresenta uno dei più grandi esperimenti di budget partecipativo mai realizzato in Europa, ma non è né il primo, né tanto meno quello con più investimenti al mondo (si veda anche questo articolo di Le Monde). 

Le prime esperienze di budget gestito dai cittadini risalgono, infatti, alla fine degli anni ’80, quando in Brasile, e in particolare nella città di Porto Alegre, è stata introdotta questa modalità di democrazia diretta. Grazie al successo di questa esperienza pioneristica (che tuttora prosegue), progetti simili sono poi stati avviati in centinaia di città brasiliane e di tutta l’America Latina

Anche a New York City dal 2011 sette quartieri hanno fatto sperimentazioni di questo tipo, mettendo ciascuno a disposizione 1 milioni di dollari all’anno. Anche qui la risposta dei cittadini è stata positiva, tanto che il neo sindaco Bill de Blasio ha ora promesso di estendere il Participatory Budget a tutta la città

In Europa, invece, è significativa l’esperienza di Colonia. La cittadina tedesca promuove dal 2008 un budget cittadino tutto online, che vede una convinta partecipazione non solo al voto, ma anche ai dibattiti su come spendere al meglio i soldi pubblici

Per le sue dimensioni, poi, si segnala l’esperienza di Chengdu capoluogo della provincia del Sichuan in Cina. Con oltre 270 milioni di euro messi a disposizione ogni anno, è senza dubbio il budget partecipativo più grande al mondo. E lo stesso vale per il numero di cittadini coinvolti (più di 6 milioni) e i progetti realizzati fino a ora (40.000 tra il 2009 e il 2012)



Insomma, se è vero che la crisi della politica è soprattutto una crisi di rappresentanza e di fiducia, il budget partecipativo permette di innescare una piccola inversione di rotta, all’insegna dell’inclusione e della trasparenza, come sottolinea il sindaco di Parigi Anne Hidalgo:

 “La risposta della politica alla crisi che attraversiamo non è di aver paura dei cittadini o di stigmatizzare le loro scelte: al contrario bisogna dare fiducia attraverso più spazi in cui esprimersi, più strumenti per informarsi, più potere per riuscire a essere influenti”



http://www.windtransparencyforum.com/magazine/parigi.aspx

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