domenica 1 ottobre 2017

REFERENDUM CATALOGNA: 300 TESTE DI CUOIO A BARCELLONA E DI MAIO ZITTO

Marce unitarie in molte città. A Barcellona 300 teste di cuoio pronte ad agire. Nella scuole occupate si ha paura degli sgomberi forzati



La convocazione è alle cinque del mattino, quattro ore prima dell’apertura ufficiale dei seggi per il referendum unilaterale della Generalitat catalana, dichiarato illegale dal Tribunale costituzionale spagnolo. I tre papà quarantenni promettono di schierarsi puntuali sul portone della scuola. Non sono «barricaderi»: Marc, Roger e Oriol si definiscono economisti e imprenditori, vestono camicie su misura e polo firmate, e sono davvero molto arrabbiati con Madrid «che non sostiene le piccole aziende e perpetua un sistema di potere ereditato dal franchismo»


 Carme Llaras, professoressa in pensione, è ancor più combattiva. Lei e la sua stampella, dalle aule della Escola del Treball, un enorme edificio industriale nel cuore di Barcellona, non si muoveranno fino all’alba. «Gira voce che i Mossos d’Esquadra (la polizia regionale, ndr) hanno ordine di tornare tra mezzanotte e le sei per chiudere la scuola e impedirci di votare — spiega senza prendere fiato —

Ma non possono sgomberare i seggi se all’interno ci sono persone vulnerabili, anziani o disabili come me, e noi ci stiamo allenando alla resistenza pacifica». Trascina per terra la sua amica Angels, una bella signora bionda, borghese e un po’ reticente, e assieme mostrano l’«arma» della lotta catalana: «Ci avvinghiamo gli uni agli altri, una lunga catena umana, e come ci spostano?». Forse Gandhi non lo sapeva, ma nell’aspirante Republica de Catalunya è un gioco per bambini, si chiama «sradica la cipolla» ed è tornato di moda anche tra gli adulti nel quartiere Eixample, benestante e «rebelde»

Nuria con il piercing sul labbro, intanto, suona la chitarra in circolo con gli altri ragazzi, i sacchi a pelo già aperti alle spalle, un gruppo di bambini disegna accanto alla porta e nell’atrio un’anziana coppia si mette a ballare al suono di una fisarmonica

 «Facciamo attività ludiche, concerti e jam session. Mica siamo sovversivi, no?», sorridono i giovani che qui lottano insieme ai nonni, insegnando loro ad usare «il WhatsApp»

E le urne? Nessuno le ha viste, tranne quell’unica scatola cinese mostrata in tv dai leader indipendentisti. È il grande mistero di questa consultazione unilaterale che Madrid non vuole, a qualsiasi costo

 Il referendum è stato «annullato», ha annunciato ieri sera il portavoce del governo spagnolo Iñigo Mendez de Vigo dopo che il ministero degli Interni ha assicurato che «quasi tutti i seggi», 1300, sono sigillati

 Almeno a Barcellona, non sembra così. Le scuole ieri sera erano spalancate, invase da centinaia di cittadini con il pigiama nello zainetto, in un clima da sagra paesana
 Si danza, si canta, si gioca, si cucina la paella o la «cena popolare»
 Eppure la paura c’è
 La strategia di Madrid è ormai chiara: per primi si muoveranno i Mossos, gli agenti catalani, finora piuttosto benevoli. Poi si vedrà. In città sono arrivati 10.000 militari e agenti spagnoli, tra Guardia Civil e Policia Nacional, oltre a 300 teste di cuoio

Contro il referendum «illegale» si sono mobilitati ieri anche i nazionalisti spagnoli a Madrid (10.000 persone), a Barcellona (qualche migliaio) e in molte altre città della Spagna. Il grido comune: «Puigdemont, a prisiòn», in prigione il President che vuole la secessione. Davanti al municipio di Barcellona qualcuno ha bruciato pure una «estelada», la bandiera catalana

 Madrid sostiene di aver mandato a monte il piano B degli indipendentisti, il voto telematico: ieri, la Guardia civil ha preso il controllo del centro Telecom della Generalitat. Eppure online si trovano vari siti e applicazioni che «comunicano» con gli elettori e il portavoce della Generalitat non molla: «Tranquilli, si vota»

Il premier basco Iñigo Urkullu già pensa al dopo: ieri ha preso contatto con il premier spagnolo Mariano Rajoy e il presidente catalano Carles Puigdemont, come fa un maestro con due scolari litigiosi: da lunedì, avrebbe detto, iniziate a negoziare



http://www.corriere.it/esteri/17_ottobre_01/catalogna-all-alba-sfida-madrid-51d92bbc-a621-11e7-8477-789085dabc53.shtml

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