giovedì 2 novembre 2017

Ragazza SOPRAVVISSUTA al genocidio in Ruanda RITROVA IL PADRE DOPO 23 ANNI

Ventitré anni fa fu trovata sotto un mucchio di cadaveri


Aveva due anni ed era sopravvissuta a un massacro della «pulizia etnica» che gli Hutu stavano facendo nei confronti dei Tutsi, in Ruanda
Fu soccorsa, curata e portata in Italia, dove venne adottata da una famiglia di Dronero, nel Cuneese, i Chiapello. È cresciuta nella cittadina, poi ha studiato Grafica e Design a Savigliano

Alla Scuola di alto perfezionamento musicale di Saluzzo ha conseguito il «master» in audio video. È diventata una fotografa e videomaker. E forse aveva deciso di archiviare la tragedia di quel passato così lontano nello spazio e nel tempo. Era convinta che tutta la sua famiglia non ci fosse più. Così era sempre stato riferito anche ai suoi genitori adottivi, Anna e Giovanni.  

Tanto che quando «un certo Vincent» la contatta, alcuni anni fa, sostenendo di essere suo fratello, in un primo tempo fatica a credergli. Fino a quando non è arrivato un test del Dna a confermarle che quella speranza non era solo una illusione

Così è volata in Ruanda e ha potuto riabbracciare il padre Leonard, i fratelli Vincent e Celestin, la sorella Jeanne

Il primo, vero, nome di Jeanette Chiapello è Beata, ma è rimasto sepolto sotto i cadaveri che l’hanno «protetta» in quella chiesa cattolica di Nyamata, dove aveva cercato rifugio con la madre, la sorella gemella e un altro fratello. Ma gli Hutu devastarono la chiesa, facendo più di mille vittime. Beata era lì sotto, viva. Fu portata in un orfanotrofio

In Italia arrivò grazie a un programma di adozioni internazionali per i bambini vittime della guerra. A Dronero, nella famiglia Chiapello, Beata, ribattezzata Jeanette da un prete missionario prima di arrivare in Italia, va a scuola. Italiani sono i suoi parenti, gli amici, la lingua. Si diploma alla Scuola di grafica e design di Savigliano. Poi il master a Saluzzo.  

Nel 2011 succede l’imprevedibile

Il fratello Vincent, che con il padre Leonard non ha mai perso la speranza di poterla rintracciare, la riconosce in una foto e le invia una mail. Si scrivono spesso. Poi Jeanette viene contattata da Davide De Michelis, autore di Radici, programma di Raitre. Cerca persone che vogliano provarsi nella sfida di ritrovare il loro passato. E Jeanette accetta di cercare la verità fino in fondo. Organizza lei stessa il prelievo che servirà al test del Dna

Leonard è davvero suo padre
Vola in Ruanda a incontrarlo. «È difficile raccontare che cosa ho provato – dice Jeanette, che ora fa la fotografa a Savigliano, e ha due figlie di quattro anni e mezzo e un anno -. Devo ringraziare soprattutto i miei genitori adottivi, Anna e Giovanni, mio fratello adottivo, e il mio compagno, che mi sono stati vicini. È stata una terribile, meravigliosa avventura. Ma ora mi sento più completa»




http://www.lastampa.it/2017/11/01/italia/cronache/adottata-a-dronero-ritrova-la-sua-famiglia-dopo-anni-2Lo8eYB9q8EnrKGVQB7QJJ/pagina.html

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