mercoledì 29 ottobre 2014

Interstellar: il mistero dell'universo secondo Christopher Nolan


Il regista di "Inception" e della trilogia di Batman affronta teorie complesse come la relatività e i buchi neri per raccontare una storia di sentimenti e di amore familiare: "La trama è complicata, ma voglio che la gente si diverta seguendo il viaggio emotivo dei personaggi"





È uno dei film più attesi dell'anno, e la sua produzione è stata avvolta da tale segretezza che anche i critici più smaliziati sono rimasti sorpresi. Interstellar, diretto da Christopher Nolan (Memento, Inception, la trilogia di Batman), che lo ha scritto insieme al fratello Jonathan, con un cast "stellare" guidato da Matthew McConaughey con Michael Caine, Jessica Chastain e Anne Hathaway, uscirà il 5 novembre in tutto il mondo (in Italia il 6): due ore e 45 minuti talmente dense e fitte di informazioni scientifiche, di emozioni e di dialogo, di effetti visivi fra i più brillanti mai realizzati. Il film è ambientato in un non lontano futuro, quando il pianeta terra è ormai agli sgoccioli della sua sopravvivenza. L'agricoltura è stata distrutta, il cibo scarseggia e costanti tempeste di polvere rendono la vita di tutti i giorni praticamente impossibile. McConaughey è un astronauta ancora tormentato dagli incubi del suo ultimo incidente nello spazio che dopo la morte dell'amata moglie porta avanti la sua vita in una fattoria di mais, con i figli Murph e Tom e il suocero (John Lithgow). Ma sotto terra un gruppo di scienziati della Nasa continua a portare avanti un esperimento che, spingendo agli estremi le teorie della relatività, della gravità, dei buchi neri, degli intrecci spazio temporali, è alla ricerca di un pianeta in un'altra galassia dove la vita possa essere di nuovo possibile per una colonia di esseri umani. E McConaughey deve scegliere se lasciare i figli e partire con un manipolo di astronauti per un viaggio che rischia di essere di sola andata. Il tempo passa, decenni sulla terra e poche ore nello spazio: Murph (interpretata da Jessica Chastain) intanto è cresciuta, adesso è un'astrofisica che vive in un mondo ancora più deprivato di aria e cibo. Consulente del film è lo scienziato Kip Thorne, le cui teorie sui misteri della formazione dell'universo costituiscono la base del film. C'è anche un personaggio, l'astronauta Dr. Mann, interpretato senza crediti da un popolarissimo attore, e di cui Nolan chiede di non rivelare l'identità fino all'uscita del film: "Ho sempre pensato al Dr. Mann come a Kurtz in Cuore di tenebra di Conrad", dice il regista.

"Interstellar" è il nuovo film sci-fi di Cristopher Nolan, il celebrato regista della trilogia di Batman e di "Inception", che uscirà nelle sale il 6 novembre. La storia del film (interpretato dal sempre più sorprendente Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Bill Irwin, Ellen Burstyn e il due volte Premio Oscar Michael Caine, è ambientata in un futuro imprecisato: un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "wormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità



Teme che il pubblico possa non capire il film?
"La cosa più importante è divertire la gente, seguire il viaggio emotivo dei personaggi. Ci sono tanti passaggi complicati nel film, alcune delle cose di cui parliamo non le capisco nemmeno io, abbiamo avuto bravissimi consulenti e cercato di essere più vicini possibile alla realtà astrofisica, ma alla fine quello che conta è divertire. Lasciare il pubblico confuso era un rischio. Ma penso che se coinvolgi la gente emotivamente ci sono più probabilità che segua l'arco della storia, mentre se punti tutto sul livello intellettivo la perdi. Un padre che deve lasciare i figli conferisce l'aspetto emotivo".

Perché andare tanto lontano, in una diversa galassia, per salvare l'umanità?
"È uno strumento drammatico di narrativa. Parlare di anni luce non è sufficiente, quello che ho cercato di fare nel film era solo dire che i protagonisti andavano tanto, tanto lontano: in un'altra galassia. E a differenza di molti altri film di fantascienza, volevo che il film contemplasse la fine dell'umanità. Non si può capire tutto, e se devo scegliere preferisco che la gente si diverta anche se non comprende fino in fondo. Voglio che senta emozioni. E volevo Matthew perché non è solo un grande attore ma ha carisma e trascina il pubblico nel suo viaggio".
Con "Interstellar" Christopher Nolan esplora una nuova dimensione

Se a causa di un drastico cambiamento climatico la Terra non è più vivibile, bisogna cercare di esplorare nuove dimensioni. "Interstellar", il nuovo film di Christopher Nolan, con i premi Oscar Matthew McConaughey, Anna Hathawey e Michael Caine, racconta  il fantastico viaggio di un gruppo di scienziati alla ricerca di un luogo dove piantare il granturco, l'unica coltivazione ancora in grado di crescere.

Ogni suo film andrebbe rivisto più volte. Lo fa apposta?
(Ride) "In un certo senso sì, in ogni mio film ci sono diversi livelli di comprensione. Ma alla fine il pubblico deve divertirsi. Se poi ci torna, meglio per il box office! Per me la cosa più importante è che il pubblico intraprenda questo viaggio. Davanti al grande schermo...".

Com'è nato il suo interesse per questa storia?
"Il film nasce da un'idea originale di Thorne e all'inizio avrebbe dovuto dirigerlo Steve Spielberg. L'idea era: che succede se prendi un grande astrofisico e gli dai accesso a un laboratorio spaziale? Quando io ho abbracciato il progetto l'ho cambiato un po', non m'interessava tanto parlare di scienza quanto di emozioni. Non volevo offendere Kip togliendo troppa scienza ma lui ha accettato di buon grado ed è rimasto a bordo".

Lei partirebbe lasciando tutto alle spalle?
"Amo lo spazio, sarebbe un'avventura ma sarebbe una scelta difficilissima lasciare i figli. Ne ho 4 ed è per loro che ho voluto fare il film: per analizzare la difficoltà delle scelte che uno si troverebbe a fare".

Da dove viene il suo amore per la fantascienza?
"Sono cresciuto nell'epoca d'oro dei blockbuster di quel genere, a partire da Incontri ravvicinati del terzo tipo, ed è quella la fantascienza che mi affascina, quella che parla di ottimismo, spirito umano, sopravvivenza, viaggi che ci possono portare in posti straordinari. Il film parla della fine del mondo, ma dice che possiamo vivere dopo la fine del pianeta. Deve essere ottimista perché la storia funzioni".

Si esplora il rapporto fra padre e figlia...
"Ovviamente mi sono assai identificato. Nella versione originale del copione Murph era un maschio, io l'ho cambiato in una ragazza perché è vero che un padre ha un rapporto diverso con la figlia femmina. Non avrei preso un attore che non fosse un padre, e Matthew era perfetto proprio perché è padre. Dal canto mio, non so se avrei potuto fare questo film 12 anni fa, prima di avere figli. Loro hanno cambiato il mio modo di vedere questa storia, mi hanno fatto capire quanto per me fosse importante raccontarla".

Quanto è importante il concetto del tempo?
"Tutti i film che ho fatto hanno uno strano rapporto con il tempo. Interstellar è però il primo in cui il tempo è veramente parte della storia: è un personaggio, una minaccia. Come dice Michael Caine: non ho paura della morte, ho paura del tempo".


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