giovedì 30 ottobre 2014

L'Italia nel 2015 pagherà gli stessi interessi PASSIVI sul debito pubblico (100 miliardi) del turbolento 1992...

Gli interessi passivi sul debito pubblico sono destinati ad aumentare e a raggiungere quota 100 milardi nel 2015. Dai 78 miliardi pagati dallo Stato per finanziare il proprio debito nel 2011 si passa agli 89 nel 2012 per salire ai 95 nel 2013 e per arrivare a quota 99,808 nel 2015. Le proiezioni - contenute nel bilancio 2013 della ragioneria dello Stato - indicano quindi un avvicinamento dell'Italia alla fase critica del 1992 quando gli interessi passivi a carico dello Stato raggiunsero quota 99 miliardi per poi inanellare un trend crescente fino ai 116 miliardi del 1996 (grafico storico sugli interessi passivi sul debito italiano).

Con la differenza che in quel periodo i tassi nominali erano più alti (con punte nell'autunno del 2012 al 13%) del 4,6% pagato oggi sulle scadenze a 10 anni, ma in compenso l'ammontare del debito pubblico era meno corposo rispetto al picco storico di 2.022 miliardi raggiunto a gennaio.

Gli interessi sul debito italiano puntano per il prossimo triennio a quei 100 miliardi toccati nel turbolento 1992, anno in cui il governo Amato dovette fronteggiare una pericolosa crisi economica. Furono apportate misure drastiche come il prelievo forzoso dai conti correnti ( con un'aliquota del 6 per 1000) e la svalutazione della lira del 7%. Allo stesso tempo il 17 settembre, un giorno dopo la mossa dell'Inghilterra, anche l'Italia decise di abbandonare lo Sme (il Sistema monetario europeo - una sorta di pre-euro - in cui i Paesi aderenti si obbligavano a un cambio semi-rigido in virtù di una banda di oscillazione prefissata per contenere la spirale inflazionistica).


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